giovedì 4 aprile 2013

Abolire le Province? Riordiniamo lo Stato!

Sul filone delle riforme “piccolo-borghesi” che ho aperto con il post sul proporzionale puro per la Camera dei Deputati potrebbe esser sembrato che il secondo post sull'argomento fosse sulla legge elettorale per il Senato, infatti anch'io pensavo di darlo in pasto alla rete, ma ripensandoci avrei dovuto fare rimandi a post ancora non pubblicati per chiarire alcune questioni e quindi, anziché rimandare ad eventuali post futuri, ho preferito anticiparne la pubblicazione in modo da avere un percorso più lineare e coerente e così con questo post vorrei portare alla riflessione su una materia che sembra stare molto a cuore al popolino italico e, stando alle dichiarazioni, anche alla maggior parte dei partiti dello scenario italiano: l'abolizione delle Province(o chi preferisce Provincie).

Parto dal presupposto che anch'io sarei favorevole all'abolizione delle Province, ma sono ormai mesi che rifletto da solo, talvolta a voce alta come un pazzo, se in Italia non abbiamo forse bisogno più di una riforma radicale dell'intero assetto amministrativo della Repubblica e risolvere gli orrori della Bicamerale che una semplice abolizione di un ente; più passa il tempo più mi rendo conto che forse sono nel giusto, sembra che l'argomentazione principale e unica a sostegno dell'eliminazione delle Province sia il fatto che siano inutili, secondo me non sono proprio del tutto inutili, ci sono competenze che spettano alle Province e che dovrebbero essere poi ripartite ad altri enti e con esse personale e uffici, casomai diventano inutili per interessi di classe che sulla questione Province in linea di massima coincidono, infatti sia chi sposa l'ideologia neoliberista, che vede troppa burocrazia e costi nelle province, e sia chi nella troppa frammentazione amministrativa trova un ostacolo che rallenta i processi decisionali democratici e che soffoca qualsiasi iniziativa individuale o di gruppo di esercizio democratico sembrano coincidere su questa abolizione della province, qualcosa bisognerà pur fare.

Anche qui voglio proporre delle linee-guida, spero che nessuno pensi che con un post su un blog si possa davvero proporre una riforma “bellaefatta”, quello che segue presuppone una riforma costituzionale dell'attuale Titolo V della Costituzione e in un certo senso tornare quasi al precedente Titolo V, i principi e le riflessioni su cui si basano le mie proposte riguardano soprattutto la realtà contemporanea, senza mettere in mezzo l'UE, reputo che oggi uno Stato moderno non può avere ben 4 livelli amministrativi(Stato, Regioni, Province e Città metropolitane e Comuni).

Attualmente le province sono 110 con una media di numero abitanti pari a 551.149,27 e solo dieci di queste superano il milione di abitanti(Roma, Milano, Napoli, Bari, Bergamo, Brescia, Catania, Palermo, Salerno, Torino) con altre(Firenze, Bologna e diverse province settentrionali) che solo per una manciata di abitanti non sforano l'agognato traguardo del milione di abitanti, questa piccola fotografia mi serve per cominciare ad introdurre le modifiche che ho in testa: in base a criteri demografici già possiamo abolire le province che fanno capo a grandi centri urbani che avranno lo status di Città, sulla falsa riga di come già avviene per Roma,

Una volta stabilite le cosiddette Città non ci rimane che dividere il restante territorio e popolazione in Province che devono seguire un criterio coerente di territorialità ed essere, per quanto la geografia lo permetta, omogenee per numero di abitanti e non aggregare le singole province solo su carta, come ha tentato di fare il governo Monti, prendendo in “analisi” un paio di esempi pratici di “cose che conosco”: l'Abruzzo è una regione che conta all'incirca 1 milione e 300 mila abitanti che può essere divisa, secondo la mia logica in due province, a differenza delle attuali quattro, da poco più di 600 mila abitanti, una regione adriatica e una appenninica, oppure, come ho fatto per questo articolo, aggregare idealmente il Molise all'Abruzzo e poi ridividerli in due province con Chieti che diventi parte di un'immaginaria Provincia dell'Abruzzo meridionale, mentre Teramo, Pescara e L'Aquila formerebbero insieme l'immaginaria Provincia dell'Abruzzo settentrionale, ma sono ipotesi, con un po' di razionalità e meno campanilismo sono convinto che ogni lettore di qualsiasi parte d'Italia possa riuscire ad immaginare per le sue terre un riordino amministrativo delle province più coerente, per territorio e numero abitanti, di quanto possa fare un freddo burocrate ministeriale, ma qua rimando al mio lavoro “grafico” su come riorganizzare la geografia politica della Repubblica.

Vorrei che si rifletta sull'opportunità di una profonda riforma amministrativa della Repubblica Italiana e non una banale, a tratti demagogica, “abolizione delle province”, quindi io proporrei prima di tutto una riforma dell'art.114 Cost. che per me dovrebbe essere così, una volta riformato:
La Repubblica è costituita dallo Stato, dalle Province e Città e dai Comuni. 
Salta subito all'occhio come abbia eliminato le Regioni, infatti la mia idea è di eliminarle, introdotte solo recentemente nella storia millenaria italiana, e avere Città e Province e sotto queste i Comuni o Municipi, seguendo l'esempio di Abruzzo e Molise di cui sopra, riguardo alla nuova riorganizzazione delle Province, reputo che tra Città e Province potremmo arrivare ad un numero tra 50 e 70 enti come secondo livello amministrativo dello Stato, le Città, poniamo criterio di mezzo milione di abitanti, sarebbero sei e il resto della popolazione lo si divide, per quanto possibile, in province con non meno di mezzo milione di abitante(così facendo, se controllate, avremmo pressapoco lo stesso numero di province attuali, quindi sarebbe meglio intendere il criterio di 500 mila abitanti come numero minimo per la costituzione di una provincia, che invece dovrebbe prevedere un numero vicino al milione di abitanti e così ci avvicinano all'intervallo di 50-70 tra Province e Città), cerchiamo di arrivare ad una sintesi: eliminiamo le Regioni e ci sbarazziamo di 20 enti di secondo livello, riorganizziamo le attuali 110 province per avere 6 Città, o al massimo una decina, e una sessantina circa di Province, una via di mezzo tre le province e regioni attuali per numero di abitanti e superficie. Come la intendo e propongo io la Città è un unico ente, pensiamo a Roma, cancelliamone l'ente Provincia, la Città avrebbe poi “giurisdizione” anche su quella che oggi è sotto la Provincia, l'istituzione di Città è molto semplice per Milano e Napoli dove il territorio provinciale è poco esteso ed è molto connesso con il centro cittadino, per questo Roma potrebbe subire perdite territoriali a favore delle altre Province laziali, per altre province dove ci sono città molto popolate(poniamo criterio sopra ai 250 mila abitanti) e/o un rapporto fra abitanti del capoluogo e abitanti della provincia non inferiore al 25%(esempio Palermo come comune conta più di mezzo milione di abitanti ed è il 50% della popolazione dell'intera provincia palermitana, che è territorialmente molto estesa, può essere considerata Città che ha “giurisdizione” sia sull'attuale comune che nel territorio provinciale), seguendo questi principi si potrà arrivare a individuare una dozzina di Città: Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Bari, Palermo, Catania, Venezia, Firenze, Bologna, Verona, Genova, se non si vuole essere rigidi e basare questa “selezione” di città su criteri più flessibili e anche di territorialità metteremmo nell'elenco città come Trieste, sotto i 250mila abitanti, ma la cui popolazione comunale è l'85% di quella dell'intera provincia, invece qualcuno potrebbe giustamente obiettare che province con ampia superficie come Torino o Palermo non possano gestire come città quel territorio se non scisso dall'ente che governa il comune, ma io qua non voglio ora determinare con certezza queste città, ma comunicare che basandoci su criteri di popolosità, territorialità, rapporto abitanti fra i due livelli amministrativi, criteri storiografici, culturali, economici ecc., possiamo individuare tra gli attuali capoluoghi le future Città che andranno in un colpo solo a sostituire sia la Provincia che il Comune(e le Regioni, ma è a questo punto dovrebbe esser pacifico che sono le Regioni che andrei ad eliminare del tutto con un colpo di spugna), insomma una sorta di Città-Stato all'interno della Repubblica; se questa proposta sembra idiota o non percorribile s'intenda il discorso di questo paragrafo come un metodo per trovare con certezza tra le attuali Province quelle che non saranno incorporate da altre o fuse con altre, ma rimarranno e, semmai, saranno queste Province ad incorporare le confinanti, se necessario.

Organizziamo le nuove Province partendo da quelle che ci sono ora, anziché mettere una fredda tabella ho preferito dare in pasto la nostra penisola “colorata” con criterio e l'elemento grafico per trovare relazioni fra gli oggetti di analisi lo reputo meglio dei numeri per dare una "visione globale", l'immagine fornisce, sempre graficamente, anche la superficie e possiamo farci idee sulla densità abitativa, nella prima immagine sono indicate anche le maggiori città italiane. (Chiedo venia se ho omesso qualche cittadina importante o sbagliato qualcosa).
Ciò che salta all'occhio è la grande frammentazione(giustificata solo dall'esistenza dell'ente Regione), poca omogeneità tra province di una stessa regione(pensare a Nuoro e Cagliari, Enna e Catania, Rieti e Roma, Vercelli e Torino ecc.), più di 2/3 delle province attuali non supera i 500 mila abitanti, al nord ci sono centri urbani più popolosi rispetto al sud, quindi nella riorganizzazione al sud e al nord potremmo avere due problemi simili, ma opposti: al nord dover scegliere chi sacrificare togliendo il capoluogo e al sud quale cittadina fare capoluogo, ma non tratterò la questione dei capoluoghi. Partendo dall'immagine sopra stabiliamo alcune cose con certezza: le province in bianco sono sicuramente da accorpare ad altre o fra loro e le province in rosa sono sicuramente da accorpare, ma potrebbero fungere da provincia “madre”, quelle in rosso potrebbero rimanere così come sono, ma generalmente nell'accorpamento fra province queste hanno la precedenza sulle prime due, infine quelle in bordeaux e marrone fungeranno quasi esclusivamente da provincia “madre”, ma vedrete che ho fatto eccezioni. Divertendomi sono riuscito ad ottenere 57 province(inclusa Aosta), prima di farvi arrivare all'immagine mi preme dire alcune, non tutte, cose riguardo a come ho riorganizzato le province: non ho potuto aggregare per avere omogeneità assoluta di popolosità, la Calabria l'ho divisa in 3 province, ma potrebbe essere divisa in 2, discorso uguale per le province emiliane, Varese, Como, Monza e Lecco le ho messo in un'unica provincia, ma possono essere divise in due, Sondrio l'ho messa sotto Bergamo, ma il territorio potrebbe essere “spacchettato” fra le altre, Abruzzo e Molise l'ho fusi per poi ridividerli, cosa che avrei fatto anche per un altro paio di regioni(Umbria e Lazio), ma non volevo toccare sentimentalismi regionali e quindi mi sono fermato alle "mie zone" per riorganizzazioni troppo radicali, Aosta l'ho lasciata così com'è, per altro invito a guardare direttamente all'immagine delle “Nuove Province” che segue.
Se si ha interesse metto anche l'elenco delle “Nuove Province” con relativa popolazione, dove compare il nome della Regione sono accorpamenti, mentre dove compare il nome di una Provincia oggi esistente si tratta di una che è rimasta tale oppure che ne ha incorporato altre fungendo da provincia "madre".

Province
Pop
Roma 4.194.068
Milano 3.156.694
Napoli 3.080.873
Lombardia settentrionale 2.668.076
Torino 2.302.353
Veneto occidentale 1.790.898
Bergamo 1.281.909
Bari 1.258.706
Brescia 1.256.025
Piemonte meridionale 1.254.603
Palermo 1.249.577
Firenze 1.247.873
Veneto meridionale 1.182.100
Sicilia occidentale 1.162.355
Salerno 1.109.705
Genova 1.106.234
Veneto orientale 1.101.723
Catania 1.090.101
Lazio meridionale 1.053.859
Puglia settentrionale 1.033.699
Bologna 991.924
Toscana occidentale 988.894
Puglia centrale 983.257
Abruzzo settentrionale 945.243
Caserta 916.467
Umbria 906.486
Piemonte orientale 900.379
Toscana settentrionale 890.757
Venezia 863.133
Udine 856.845
Cagliari 853.394
Marche settentrionali 847.991
Messina 826.222
Sassari 822.017
Lecce 815.597
Lombardia orientale 779.048
Lombardia occidentale 775.962
Romagna settentrionale 752.452
Cosenza 734.656
Emilia occidentale 731.995
Irpinia 727.011
Romagna meridionale 724.791
Sicilia meridionale 722.820
Piceno 717.344
Abruzzo meridionale 716.903
Calabria Centrale 709.762
Modena 700.913
Toscana orientale 622.289
Basilicata 587.517
Reggio Calabria 566.977
Reggio Emilia 530.343
Trento 529.457
Liguria occidentale 510.554
Bolzano 507.657
Lazio settentrionale 480.761
Trieste 378.963

A questo punto mi piace mostrare un'altra cartina, stavolta prendendo quella delle “Nuove Province” e evidenziando come nella prima immagine postata la popolosità attuale.
La cartina ora è più omogenea, qualcuno potrebbe notare la differente legenda e quindi imputare a questo artificio grafico l'omogeneità, ma se abbiamo letto con attenzione ho già ribadito che 500 mila dovrebbe essere il numero di abitanti minimo per costituire una provincia(solo l'accorpamento di Viterbo e Rieti non da i frutti sperati, si potrebbe staccare Terni dall'Umbria per esempio, ma non conosco il livello campanilistico di quelle zone), le “Nuove Province” sono 56 + 1(Aosta) di cui 32 hanno una popolazione tra 750 mila e 1 milione e mezzo di abitanti, solo 6 superano quest'ultima soglia e solo Roma, Milano e Napoli la doppiano, 16 regioni hanno tra i 500 mila e 750 mila abitanti, da questa mia personale soluzione possiamo apportare modifiche e aggregare, come già spiegato sopra, altre province qui in rosa, ma penso che un riordino generale seguirà pressapoco un percorso simile a quello che ho seguito per questo post.

Per ciò che concerne le competenze a mio riguardo la questione è semplice da trattare a livello discorsivo, serve una semplificazione dell'art. 117 Cost., non so se sembrerà centralista o al contrario federalista, ma secondo me la questione è molto chiara: allo Stato spetta la competenza esclusiva sulla politica estera, politiche economiche e monetarie, ordine pubblico, difesa, immigrazione, indirizzo generale dell'istruzione e sanità, giustizia, riforme elettorali, previdenza sociale alla Provincia invece spetterebbe la competenza per la polizia locale, manutenzione stradale, organizzazione scolastica e sanitaria, gestione rifiuti, urbanistica, ma in linea generale sarei più propenso, tranne alcune competenze di cui non a caso le ho inserite come competenze esclusiva, ad una competenza concorrente quasi assoluta, con lo Stato che detta i principi generali e le Province che hanno ampia libertà esecutiva e legislativa senza andare in contrasto però con la legge statale.

Riassumo: Eliminiamo le Regioni, riorganizziamo le Province affinchè ciascuna abbia un minimo di 500 mila abitanti, intorno al milione di abitanti sarebbe ottimale, costituiamo anche le Città che sostituirebbero sia la Provincia e il Comune attuali(sono convinto che Milano, Roma e Napoli possono essere tranquillamente Città già oggi e come le ho intese io qui nel post), avremo una Repubblica così ripartita: Stato, Città e Province, Comuni e Municipi(i Comuni nelle Città). Siccome tutto ciò comporta anche vite umane, vere, e non solo una colorata cartina, c'è il problema dei lavoratori di questi enti(del personale politico possiamo sbattercene) che non possono essere lasciati per strada, la prima soluzione è mettere in pensione chi ancora deve maturare tot anni al traguardo pensionistico(es: 5 anni alla pensione ce lo mandiamo il giorno in cui si delibera il riordino), certo questo in un'epoca in cui un paese si divide tra un'austerity bipartisan e con movimenti riv...reazionari che attaccano il debitopubblicobruttoecattivo, pensionati e dipendenti pubblici sembra difficile, poi chi rimane dovrà “subire” spostamenti, ma visto che non si unirebbe Cosenza con Monza, nei limiti “regionali” il sacrificio individuale potrebbe essere sopportabile e giustificabile a fronte di una reale e radicale riforma amministrativa della Repubblica.

Addendum:
Bruno G., Genovese A., Piccolo C., Albero R. (2012).
Modelli matematici per la definizione del riassetto territoriale delle province su base regionale. Technical Report, Università degli Studi di Napoli "Federico II".

Fonti:

3 commenti:

  1. Bel commento, esaustivo!

    A parte che mi sembra molto più ragionevole lasciare le province, rafforzarle, e abolire le regioni e i comuni.

    Insomma, entità non troppo grosse e non troppo piccole per uno stato federato, equilibrato.

    Ma si sa, io non appartengo a questo mondo. :D

    ciao

    Tony

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    1. Hola Tony, mi fa piacere che hai apprezzato l'idea, sui comuni: penso che questi non puoi abolirli rimangono pure sempre l'istituzione più vicina alle persone e al territorio, quindi giusto il tuo addendum "rafforzarle"(spero che si evinca dal mio post che in definitiva propongo proprio un rafforzamento delle province). Comunque per ora oltre la tout-court abolizione c'è nel piatto anche l'idea della Lega nord che invece premerebbe per le macroregioni che secondo me non risolverebbero il problema della confusione e pesantezza dello stato-borghese e replicherebbe solo l'entità Stato.

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    2. Aggiunto un "Addendum" a fine post. Un report universitario sulla razionalizzazione delle province usando metodi matematici.

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